La sindone di Akeldamà è del sec. I d.C.
 
La notizia mi fu passata nel 2003 dall’amico israeliano Joe Zias. La pubblicai su «Approfondimento Sindone» e, durante le mie lezioni e conferenze, ho sempre cercato di ricordare questo importante dato archeologico. Ma l’ignoranza è dura a morire.
 
Ecco i fatti in breve. Nel 1998, un’équipe di studiosi guidata da Shimon Gibson ritrovò nei pressi di Gerusalamme un sepolcro con diversi ossari. Ma la vera novità era rappresentata da una sindone funebre. Nonostante il clima gerosolimitano particolarmente umido degradasse rapidamente tessuti e pergamene, questo sudario era rimasto miracolosamente intatto. Si tratta, ad oggi, dell’unica sindone funebre completa mai ritrovata. Quale miglior reperto di questo per effettuare un raffronto con la Sindone torinese.
 
Nel 1999, un piccolo frammento fu inviato al laboratorio di Tucson, nell’Arizona, per essere datato col metodo del C14. La data del tessuto era il I secolo dopo Cristo. «Chissà quando lo sapranno i sindonologi», sembra che abbia affermato Donhaue...
 
Come si può vedere dalle due immagini comparate: i cadaveri di ebrei morti venivano strettamente avvolti e legati nei sudari, come mostra chiaramente la sindone di Akeldama (il luogo del ritrovamento); il reperto torinese, invece, lascia presupporre una semplice copertura. L’archeologia, quindi, ci dà una risposta chiara e inequivocabile.
 
Ma questo è solo l’inizio dell’altra faccia della verità. O meglio, della verità scientifica tout court. Nei prossimi giorni parleremo anche di crocifissione.
Ma non è quella di Torino
domenica 4 febbraio 2007